Sostanze cancerogene e mutagene sul lavoro, opuscolo INAIL

di Federica PALMIERI

 

Il D.Lgs 81/08 e s.m.i. riporta all’ art. 234 le definizioni di agente cancerogeno e di agente mutageno:

  1. a) agente cancerogeno:
  • una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni;
  • un preparato contenente una o più sostanze di cui al numero 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene 1 e 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 15 marzo 2003 n. 65, e successive modificazioni;
  • una sostanza, un preparato o un processo di cui all’allegato XLII, nonché una sostanza o un preparato emessi durante un processo previsto dall’allegato XLII;
  1. b) agente mutageno:
  • una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione nelle categorie mutagene 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni;
  • un preparato contenente una o più sostanze di cui al numero 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie mutagene 1 e 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 15 marzo 2003 n. 65, e successive modificazioni.

 

Le sostanze cancerogene e gli agenti mutageni sono presenti in diversi ambiti lavorativi: nei Paesi industrializzati circa il 4% di tutti i decessi per tumore è riconducibile ad un’esposizione professionale. In Italia circa 6.400 decessi/anno per patologia tumorale sono attribuibili all’esposizione a cancerogeni presenti in ambito lavorativo.

 

Sostanze o preparati cancerogeni e/o mutageni sono presenti in diversi settori come materie prime (es. agricoltura, industria petrolchimica e farmaceutica, trattamenti galvanici, laboratori di ricerca), o come sottoprodotti derivati da alcune attività (es. saldatura degli acciai inox, asfaltatura stradale, produzione della gomma).

Il D.Lgs. 81/2008 contiene prescrizioni specifiche e rigorose per la tutela dei lavoratori potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e mutageni, considerata la loro pericolosità per la salute umana.

Alla luce di questi dati, la Consulenza Tecnica Accertamenti Rischi e Prevenzione (CONTARP) dell’INAIL ha pubblicato l’opuscolo “Agenti cancerogeni e mutageni – Lavorare sicuri”. L’opuscolo, rivolto ai datori di lavoro, ai lavoratori e a tutte le figure professionali che si occupano a diverso titolo di salute e sicurezza sul lavoro, è uno strumento di ausilio nell’utilizzo e nella gestione degli agenti cancerogeni e mutageni sul luogo di lavoro ed esplicita le misure di prevenzione al fine di evitare o ridurre la probabilità che si verifichino dei danni al lavoratore.

Viene illustrato come riconoscere il pericolo e ad affrontarlo correttamente attraverso nozioni base sulla classificazione ed etichettatura degli agenti cancerogeni e mutageni, attraverso schede riassuntive dedicate ai principali agenti utilizzati nei luoghi di lavoro ed attraverso l’illustrazione delle misure da intraprendere al fine di controllare e ridurre al minimo il rischio di esposizione.

Il documento sottolinea che, nel caso degli agenti cancerogeni e/o mutageni, “la più importante misura di prevenzione dell’esposizione sarebbe la sostituzione di tali agenti (sostanze o preparati) con altri non pericolosi per la salute o meno pericolosi nelle condizioni di utilizzo. Con la sostituzione si eliminerebbe il rischio direttamente alla fonte”.

In ogni caso se la sostituzione non è possibile, il datore di lavoro deve applicare misure tecniche, organizzative o procedurali volte a ridurre al minimo il numero di lavoratori esposti e a ridurre a valori più bassi possibile la durata e l’intensità dell’esposizione di tali lavoratori.

Fondamentale, sembra ombra di dubbio, un’adeguata informazione e formazione dei lavoratori esposti o potenzialmente esposti. Infatti il datore di lavoro, sulla base delle conoscenze disponibili, deve assicurare che i lavoratori siano informati e formati in merito a:

  • tipologia di agenti cancerogeni e/o mutageni presenti nei cicli lavorativi, loro dislocazione, rischi per la salute connessi al loro impiego, compresi i rischi aggiuntivi dovuti al fumare;
  • precauzioni da osservare per evitare o diminuire l’esposizione;
  • modalità per prevenire il verificarsi di incidenti e misure da adottare per limitarne le conseguenze.

Senza dimenticare che l’informazione e la formazione “vanno effettuate prima di adibire i lavoratori alle attività a rischio di esposizione ad agenti cancerogeni e/o mutageni” e che queste attività “devono essere ripetute almeno ogni 5 anni e comunque ogniqualvolta si verifichino nelle lavorazioni cambiamenti che influiscono sulla natura dei rischi. Gli impianti, i contenitori e gli imballaggi contenenti agenti cancerogeni e/o mutageni devono essere etichettati in maniera leggibile e comprensibile”.

 

INAIL : Agenti cancerogeni e mutageni. Lavorare sicuri

 

Safety Focus – Anno II – Numero 09 – 19 Giugno 2015