di Stefano ALOARDI
Quando si parla di scuola materna o scuola dell’infanzia il concetto di sicurezza è legato soprattutto alla bontà della scuola e dei suoi insegnamenti, considerati come la base del sapere futuro, e all’affidabilità della struttura e del personale.
Tutto questo è vero ma il concetto di sicurezza se si riflette un attimo, anche in un ambiente protetto e materno come può essere una struttura ad uso e consumo dei bimbi dagli 0 ai 5 anni, è, e deve essere, più ampio.
I bimbi per definizione, soprattutto se così piccoli, hanno la volontà di scoprire e conoscere l’ambiente che li circonda e loro stessi all’interno dell’ambiente, impedire loro di correre di muoversi o di giocare, anche quando i giochi sembrano non essere consoni, non è una buona idea, anche perché impedendo una cosa si alimenta la curiosità nel bambino, che potrebbe ripetere comportamenti potenzialmente non sicuri in momenti in cui non sono sotto la supervisione di un adulto.
Come fare allora?
Il segreto a mio parere è far crescere a 360° la cultura della sicurezza, cultura che si sviluppa in tantissime attività, comportamenti ed insegnamenti, non solo, l’eccessiva prudenza e volontà di eliminare i rischi che circondano i bambini, oltre ad essere un’attività inefficace (rischio zero non esiste!!!), rischia di far lievitare, non l’attenzione, ma la psicosi dell’esposizione al rischio.
In quest’ottica in qualità di istruttore di primo soccorso ma, prima di tutto, di genitore che ha a cuore la sicurezza dei suoi figli, reputo la formazione e l’informazione l’unica strada percorribile per massimizzare la sicurezza in un ambiente sereno.
Purtroppo in questi ambienti la formazione di primo soccorso viene ancora oggi molto spesso visto come un obbligo, senza che si considerino i vantaggi di una buona formazione BLSD e First Aid, questa mancata valutazione molto spesso, oltre ad aumentare i rischi, fa perdere occasioni commerciali importanti.
E noi addetti ai lavori?!? Bello è vedere un istruttore che spiega e dimostra tutti gli esercizi con entusiasmo, colpendo l’attenzione delle persone e, perché no, strappando ogni tanto un sorriso: le lezioni devono essere formative non è obbligatorio, anzi, è fortemente sconsigliato, che siano opprimenti e noiose!!!
Quale genitore preferirebbe mandare un bimbo in una scuola non sicura potendo sceglierne una invece dove il personale è formato e preparato a far fronte ai piccoli incidenti quotidiani? E poi quale insegnante, che abbia a cuore il proprio lavoro, non apprezzerebbe che l’azienda per cui lavora voglia formarla in modo da avere personale qualificato anche nella gestione dell’emergenza? E per ultimo, ovviamente non per importanza, quale bambino preferirebbe una insegnante che visto un taglio nel ditino si faccia prendere dal panico ad una capace di farlo sentire in mani sicure?
Sicurezza vuol dire:
- Benessere
- Gestione
- Business
- Crescita professionale
A tale proposito quando si ha la possibilità di fare un corso a delle insegnanti di scuola materna, scuola dell’infanzia, e a salire per tutti i vari livelli scolastici, si scopre che quella che dovrebbe essere una formazione diventa un momento di crescita del team e di scambio di esperienze e valutazione.
Le domande si fanno sempre più specifiche e rivolte all’operatività di ogni giorno, arricchendo oltre che gli allievi anche l’esperienza dell’istruttore.
Non dimentichiamo mai che le insegnanti in realtà non hanno a che fare solo con bambini ma a diversi livelli anche con adulti, genitori, nonni, colleghi, cosa che per mia esperienza non viene mai considerata, almeno fino a quando non si invita le insegnanti a fare una valutazione e una mappatura delle attività che quotidianamente svolgono.
Per concludere parliamo un po’ dei protagonisti, ovvero i bambini, premettendo che i bambini non sono uomini o donne in miniatura, ma sono bambini e come tali vanno trattati anche nell’emergenza, per fare ciò bisogna averne la competenza e la capacità.
D’altro canto però abbiamo una grossissima opportunità di cambio di rotta, opportunità che nessuno ha il diritto di non considerare, ovvero di fare crescere i nostri figli, fin dalla più tenera età, in un’ottica di sicurezza, ma sicurezza vera, non la classica “campana di vetro”, ma una situazione dove si tenda ad un rischio il più basso possibile e dove, qual ora si verifichi un evento negativo, vi sia un preparazione/ propensione all’intervento, chissà poi che questa mentalità trovi terreno fertile anche nelle famiglie?!? Quanti genitori insegnano ai bambini a chiamare l’1…1….2…. in caso di emergenza, magari spiegando cosa dire all’operatore? Quanti bambini se dovessero perdersi saprebbero ripetere il proprio indirizzo di casa ad un agente di polizia? Questi sono solo, esempi, anche se molto significativi.
Sicurezza è opportunità, ma soprattutto sicurezza è vita, la formazione BLSD e First Aid ci dà una mano a proteggere e per quanto possibile a garantire quella splendida “perla” che è la vita!
Un Istruttore DAN BLSD + First Aid… Un papà!
Safety Focus – Anno III – Numero 2 – 2 Febbraio 2016