L’ISTAT accende i riflettori sullo stress lavoro-correlato degli italiani
di Silvia Nutini, Alessia Boldrini
L’Istituto Nazionale di Statistica ha pubblicato un’indagine (nell’ambito “Forze di Lavoro”) relativa ai dati raccolti nel 2013 sui problemi di salute dei lavoratori, causati od aggravati dall’attività lavorativa.
Secondo ISTAT sono 714 mila le persone che hanno dichiarato, al secondo semestre 2013, di avere subito nei dodici mesi precedenti l’intervista almeno un infortunio, cioè il 2,9% di coloro che svolgono od hanno svolto attività lavorativa negli ultimi 12 mesi. La percentuale degli infortuni sul lavoro si è ridotta, dato che va collegato alla diminuzione delle ore lavorate; resta tuttavia il fatto che, a fronte della riduzione degli infortuni cosiddetti “lievi”, si registra una costanza del numero degli infortuni gravi o mortali.
INCIDENZA DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Tra gli intervistati, il 5,4% del totale ha dichiarato di avere sofferto di malattie o problemi di salute lavoro-correlati; nello specifico, sono di più gli uomini rispetto alle donne a denunciare di avere sofferto di malattie professionali, mentre prevalgono gli italiani rispetto agli stranieri. Il 59% di quanti soffrono o hanno sofferto, lamenta un problema osseo, articolare o muscolare; l’11,9% denuncia problemi di natura psicologica quali stress, depressione, ansia; il 7,9% soffre di problemi respiratori; il 5% di problemi al cuore; il 4,5% di disturbi all’udito; mentre il 2,9% lamenta o ha lamentato problemi alla vista; la restante quota lamenta problematiche di altra natura, ad esempio allo stomaco, alla testa, alla cute od infezioni.
LA NATURA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Emerge come le mansioni più faticose siano svolte dai lavoratori stranieri: questo perché, con riguardo ai problemi ossei, articolari, muscolari, ben sette stranieri su dieci lamentano tali problemi, quando invece solo sei italiani su dieci dichiarano gli stessi problemi. Curioso inoltre è il dato che ci dice come i lavoratori più giovani fino a 34 anni soffrano di più per problemi di stress, depressione od ansietà (ben uno su quattro).
ESPOSIZIONE AI FATTORI DI RISCHIO E PERCEZIONE DEL RISCHIO
Infine, la percezione del rischio tra i lavoratori: quasi la metà percepisce il rischio derivante dai movimenti ripetitivi del braccio e della mano, dai possibili infortuni e dai problemi alla vista. Sono più gli uomini che le donne ad avvertire il rischio; mentre gli stranieri si sentono più esposti a rischi associati a lavori manuali, meno rispetto ai problemi visivi e di stress, collegati maggiormente alle posizioni impiegatizie. Infine un confronto Nord-Sud: i residenti al Nord ed in particolare italiani, avvertono una maggiore esposizione ai fattori di rischio di stress per il carico di lavoro eccessivo e i tempi pressanti. Tale percezione è diffusa soprattutto nei settori assicurativi e finanziari, nonché informazione, comunicazione e Pubblica Amministrazione.
È possibile leggere i risultati completi dell’indagine seguendo il link http://www.istat.it/it/archivio/141840
Safety Focus – Anno II – Numero 02 – 29 Gennaio 2015