La prevenzione del rischio elettrico all’interno dei cantieri temporanei e mobili

Premessa
Questo articolo è stato realizzato a partire dalle ispezioni effettuate nei cantieri, in cui ho
riscontrato una scarsa consapevolezza del rischio elettrico, attrezzature in pessime
condizioni, mancanza di messa a terra o di quadro elettrico di cantiere privo del certificato di
conformità.

Analisi dei Dati
In Italia avvengono mediamente circa 400 infortuni mortali per elettrocuzione ogni
anno; più del doppio della media europea di decessi dovuti a infortuni elettrici per milione di
residenti.

  • Il 4,5% degli infortuni da elettricità ha esito mortale; questa percentuale è circa 30
    volte maggiore di quella corrispondente all’insieme degli infortuni non elettrici.
    I cantieri edili hanno una elevata percentuale di infortuni elettrici: si verificano sulla
    betoniera, nell’uso degli apparecchi portatili, per contatto con linee elettriche aeree, ecc.
    Secondo i dati forniti dall’INAIL, nel 2021 gli infortuni sul lavoro del settore sono stati
    38.541, in aumento del 17,7% rispetto al 2020, a fronte di una contrazione di quelli
    dell’Industria e servizi del 6,2%. Relativamente agli infortuni mortali, Il settore si
    colloca al secondo posto in valore assoluto dopo il manifatturiero e, per il 2021,
    conteggia 196 decessi – il 3% in meno rispetto all’anno precedente – calo inferiore a
    quello dell’Industria e servizi (20,7%).
    L’incidenza dei decessi sulle denunce del settore risulta la più elevata tra tutti i
    comparti dell’Industria e servizi.
    La maggior parte degli infortuni avviene (secondo la suddivisione adottata da Ateco)
    nei “Lavori di costruzione specializzati”: (demolizione, preparazione del cantiere,
    rifinitura dell’edificio, impiantistica elettrica, idraulica, ecc.). Dalle statistiche risulta
    che la maggior parte degli eventi lesivi è dovuta a cause diverse dal rischio elettrico.
    I dati disponibili evidenziano che la quota di infortuni riconducibile al rischio elettrico
    non è affatto trascurabile. Si immagini ad esempio le lesioni causate dall’
    azionamento intempestivo di attrezzature o macchine, dovuto a guasti nei circuiti
    elettrici di comando o di alimentazione non correttamente progettati e realizzati. Altri
    esempi riguardano gli infortuni causati da una riparazione “fai da te” su
    un’apparecchiatura elettrica arrangiata in quel momento.
    Nella statistica relativa alla distribuzione degli infortuni con esito fatale, accaduti
    nell’arco temporale 2002-2012 e analizzati dal Sistema di sorveglianza nazionale
    degli infortuni mortali, il contatto elettrico diretto, ad esempio, è al settimo posto nella
    graduatoria delle varie tipologie di infortunio, con 168 casi su un totale di oltre 4000.
    Dalle informazioni presenti in banca dati emerge che nel 62% dei casi l’infortunato
    operava nel settore delle costruzioni e che quasi la metà degli infortuni ha avuto
    luogo in un cantiere destinato ad opere di costruzione, demolizione o generica
    manutenzione.
    L’ analisi ha consentito, inoltre, di evidenziare come solo il 30% di eventi infortunistici
    dovuti a contatto elettrico diretto sia attribuibile ad attività di manutenzione ed
    installazione di impianti elettrici o parti di essi. In circa il 70% dei casi, infatti, risulta
    che il lavoratore vittima di infortunio fosse occupato in tutt’altro genere di attività.

IL RISCHIO ELETTRICO
Le possibilità di venire a contatto con la corrente elettrica sono:
● contatto diretto con elementi in tensione interni all’impianto di cantiere;
● contatto diretto con elementi in tensione esterni all’impianto di cantiere;
● contatto indiretto con elementi in tensione.
Veniamo alla descrizione, più nel dettaglio, dei rischi e degli aspetti da verificare per
assicurare in cantiere, un’adeguata vigilanza e controllo rispetto a tale rischio.
Riguardo all’integrità del materiale elettrico si riportano immagini relative a:
● Protezioni danneggiate
○ Rischio di contatto diretto
○ Rischio di ustioni e contatto diretto (es. protezione della lampada)
● Protezioni mancanti
○ Rischio di contatto diretto (es. protezione dei terminali in tensione accessibili)
○ Rischio di malfunzionamenti, corto circuito, effetto traking, diminuzione
dell’isolamento, ecc. (es. grado di protezione dell’involucro)
● Cavi danneggiati
○ Rischio di corto circuito, contatto diretto e indiretto
● Conduttori di protezione tagliati/strappati
○ Rischio di contatto indiretto
A titolo esemplificativo si riporta di seguito un’immagine relativa al rischio di contatto diretto
per le protezioni mancanti (protezione dei terminali in tensione facilmente
accessibili):

Altre situazioni pericolose, riguardano le modifiche non autorizzate delle
apparecchiature:
● Dispositivi di protezione contro le sovracorrenti e i guasti a terra
○ Rischio di contatto indiretto e sovracorrenti non interrotte (es.
dispositivo magnetotermico sostituito con altro di taglia troppo alta e
con differenziale non da 0,03 A)
○ Rischio di sovracorrenti non interrotte (fusibili sostituiti con altri di taglia
troppo alta)

Inoltre si ricorda che in cantiere deve essere sempre presente la dichiarazione di conformità
dell’impianto elettrico.

Analizziamo il contatto . diretto ed indiretto

Contatto diretto
Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici
scoperti) il corpo umano è sottoposto al passaggio di una corrente
elettrica, provocando una “scossa elettrica”, la qu ale produce una
sensazione dolorosa ed è sempre pericolosa e talvolta mortale. Quando
il corpo umano è in collegamento più o meno diretto con il terreno, per
esempio indossando scarpe non isolanti, toccando un solo contatto
della presa o un solo filo scoperto o qualsiasi elemento in tensione si verifica lo stesso
fenomeno sopra specificato; in tale caso la corrente elettrica passa dall’elemento in tensione
attraverso il corpo umano a terra.

Contatto indiretto
I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non
in tensione (ad esempio l’involucro di una apparecchiatura, di uno
strumento etc. che normalmente è isolato e non in contatto con
elementi in tensione) per un guasto interno o per la perdita di
isolamento; tali contatti sono i più pericolosi. In questi casi toccando
l’involucro dell’apparecchio guasto, il corpo umano è sottoposto al
passaggio di una corrente verso terra, sempre che il corpo non sia
adeguatamente isolato dal suolo. L’involucro metallico interessato, in seguito al guasto,
assume un valore di tensione rispetto a terra che può raggiungere il limite di 220Volt, di
conseguenza la ” tensione di contatto” è maggiore quanto più alto è il valore di corrente e
quanto più lungo è il tempo per cui tale contatto permane.

I SISTEMI DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE

Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono essere totali o
parziali. Le protezioni parziali vengono applicate nei luoghi dove hanno accesso soltanto le
persone addestrate e qualificate. Le protezioni totali sono destinate alle protezioni delle
persone non a conoscenza sui pericoli connessi all’utilizzo dell’energia elettrica.
In generale per prevenire i contatti diretti le misure da adottare possono essere l’impiego di
carcasse o barriere, ostacoli, pedane, utensili etc. correttamente messi a terra. Le parti in
tensione devono essere ricoperte in tutta la loro estensione con un materiale isolante o
poste dietro involucri in grado di assicurare un grado di protezione sia da contatti da corpi
estranei che da sostanze liquide come riportato nella norma CEI 64-8. Oltre agli involucri e
alle barriere, per prevenire i contatti diretti, l’impiego di un interruttore differenziale ad alta
sensibilità può costituire una protezione supplementare (e non alternativa) in grado di
intervenire all’atto del guasto per esempio quando un conduttore in tensione viene a contatto
con la carcassa metallica di uno strumento collegato correttamente a terra
Le protezioni contro i contatti indiretti possono effettuarsi con dispositivi che impediscono il
contatto con gli elementi in tensione o con mezzi che interrompono il circuito impedendo
eventuali tensioni di contatto Per la salvaguardia contro i contatti indiretti, che sono i più
pericolosi, le norme CEI 64-8 (Direttiva Bassa Tensione) suddividono le protezioni in
protezioni senza interruzione automatica del circuito; protezioni con interruzione automatica
del circuito.

L’isolamento elettrico

Quando si parla di isolamento è necessario considerare che i materiali da utilizzare devono
possedere specifiche caratteristiche come il doppio isolamento che viene mantenuto con
adeguata manutenzione. Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali che
impediscono il manifestarsi di una tensione pericolosa sulle parti accessibili di componenti
elettrici a seguito di un guasto nell’isolamento principale. Un isolamento supplementare può
essere costituito anche da vernici, lacche, smalti e da altri simili materiali purché conformi
alle norme vigenti
Protezioni senza interruzione automatica del circuito
● Per le protezioni senza interruzione automatica del circuito si possono impiegare
materiali con particolari caratteristiche di isolamento, adeguate separazioni elettriche
dei circuiti, oppure ambienti isolanti o locali equipotenziali.
● Un’altra soluzione possibile per i piccolissimi cantieri consiste nell’impiego di utensili
portatili di classe II purché siano idonei per l’uso in luoghi soggetti a spruzzi d’acqua
(IPX4).

Esempi di spine e quadri elettrici a
norma

Le prese a spina utilizzate in cantiere devono “essere in grado di resistere alle condizioni di
impiego che si possono verificare durante l’uso”, e quindi devono essere protette
adeguatamente contro gli effetti dannosi dell’acqua ed avere adeguata resistenza
meccanica.
Nelle comuni condizioni di cantiere le prese a spina devono garantire un grado di protezione
almeno IP44, sia con spina inserita sia con spina disinserita, ed una resistenza meccanica a
basse temperature (fino a -25°C)”.
Tuttavia le prese a spina mobili “possono venire impiegate in condizioni diverse da quelle
per le quali erano state progettate, e trovarsi così in contatto con pozzanghere o condizioni
simili, per questo è preferibile siano realizzate con grado di protezione IP66; gradi di
protezione inferiori sono ammessi per ambienti e lavorazioni ove certamente non esistono
particolari rischi nei confronti di presenza di acqua o polveri. Qualora le prese a spina di tipo
mobile vengano a trovarsi in punti di passaggio, debbono essere adeguatamente protette
contro i danneggiamenti meccanici”.

PRESE E SPINE
Le prese a spina usate normalmente per le prolunghe e per alimentare gli utilizzatori negli
impianti di cantiere devono:
● essere protette, da interruttore differenziale che è buona norma non raccolga un
numero eccessivo di derivazioni per evitare che il suo intervento non metta fuori
servizio contemporaneamente troppe linee;
● avere grado di protezione minimo IP 44 essere dotate di interblocco meccanico per
utilizzatori che assorbono potenze superiori a 1000 W ;queste consentono l
inserimento ed il disinserimento della spina esclusivamente a circuito aperto
mediante un dispositivo meccanico che ne impedisce la manovra in caso di
connessione elettrica come in figura

● E’ buona regola per ragioni pratiche adottare in modo sistematico le prese a spiIl
D.P.R. 547/55 in merito alle prese a spina prevede: art. 309:Le derivazioni a spina,
compresi i tratti di conduttori mobili intermedi, devono essere costruite ed utilizzate in
modo che, per nessuna ragione, una spina (maschio) che non sia inserita nella
propria sede (femmina) possa risultare sotto tensione.
● art. 310: Le prese per spina devono soddisfare alle seguenti condizioni: a) non sia
possibile, senza l’uso di mezzi speciali, venire in contatto con le parti in tensione
della sede (femmina) della presa; b) sia evitato il contatto accidentale con la parte in
tensione della spina (maschio) durante l’inserzione e la disinserzione ;
art. 311: Le derivazioni a spina per l’alimentazione di macchine e di apparecchi di potenza
superiore ai 1000 Watt devono essere provviste, a monte della presa, di interruttore, nonchè
di valvole onnipolari, escluso il neutro, per permettere l’inserimento ed il disinserimento della
spina a circuito aperto (Fig. 15).elettrici prevede: Art. 312: Le macchine ed apparecchi
elettrici mobili o portatili devono essere alimentati solo da circuiti a bassa tensione. Può
derogarsi per gli apparecchi di sollevamento, per i mezzi di trazione, per le cabine mobili di
trasformazione e per quelle macchine ed apparecchi che, in relazione al loro specifico
impiego, debbono necessariamente essere alimentati ad alta tensione. Limitazione della
tensione per l’alimentazione Art. 313: Per i lavori all’aperto, ferma restando l’osservanza di
tutte le altre disposizioni del presente decreto relativo agli utensili elettrici portatili, è vietato
l’uso di utensili a tensione superiore a 220 Volta verso terra. Nei lavori in luoghi bagnati o
molto umidi, e nei lavori a contatto od entro grandi masse metalliche, è vietato l’uso di
utensili elettrici portatili a tensione superiore a 50 Volta verso terra. Se l’alimentazione degli
utensili nelle condizioni previste dal presente articolo è fornita da una rete a bassa tensione
attraverso un trasformatore, questo deve avere avvolgimenti, primario e secondario, separati
ed isolati tra loro, e deve funzionare col punto mediano dell’avvolgimento secondario
collegato a terra. Art. 314: gli utensili elettrici portatili e le macchine e gli apparecchi mobili
con motore elettrico incorporato, alimentati a tensione superiore a 25 Volta verso terra se
alternata, ed a 50 Volta verso terra se continua, devono avere l’involucro metallico collegato
a terra. L’attacco del conduttore di terra deve essere realizzato con spinotto ed alveolo
supplementari facenti parte della presa di corrente o con altro idoneo sistema di
collegamento. Art. 315 : gli utensili elettrici portatili e gli apparecchi elettrici mobili devono
avere un isolamento supplementare di sicurezza fra le parti interne in tensione e l’involucro
metallico esterno. Art. 316: gli utensili elettrici portatili devono essere muniti di un interruttore
incorporato nella incastellatura, che MACCHINE ED APPARECCHI ELETTRICI MOBILI E
PORTATILI 19 consenta di eseguire con facilità e sicurezza la messa in moto e l’arresto. Art.
317: le lampade elettriche portatili devono soddisfare ai seguenti requisiti: a) avere
l’impugnatura di materiale isolante non igroscopico; b) avere le parti in tensione, o che
possono essere messe in tensione in seguito a guasti, completamente protette in modo da
evitare ogni possibilità di contatto accidentale; c) essere munite di gabbia di protezione della
lampadina, fissata mediante collare esterno alla impugnatura isolante; d) garantire il perfetto
isolamento delle parti in tensione dalle parti metalliche eventualmente fissate
all’impugnatura. Art. 318: le lampade elettriche portatili usate in luoghi bagnati o molto umidi
ed entro o a contatto di grandi masse metalliche, oltre a soddisfare alle condizioni
dell’articolo precedente, devono essere alimentate a tensione non superiore a 25 Volta verso
terra ed essere provviste di un involucro di vetro. Se la corrente di alimentazione di dette
lampade è fornita attraverso un trasformatore, questo deve avere avvolgimenti, primario e
secondario, separati ed isolati tra di loro. Se ne deduce che in ambiente critico quale è un
cantiere è opportuno utilizzare apparecchi di classe II e se, necessario, apparecchi di classe
III, alimentati in bassissima tensione di sicurezza. Per utensili di classe II usati in prossimità
di liquidi ( carotatici, vibratori per calcestruzzo, impastatrici, etc o lampade portatili è
raccomandata l alimentazione mediante trasformatori d isolamento che garantiscano una
separazione delle reti di alimentazione in BT. In particolare rammentare che le lampade
portatili in cantiere, alimentate con il sistema sopra menzionato, devono essere: alimentate
da una tensione non superiore a 25 V verso terra e sprovviste di collegamento a terra.

Le spine di alimentazione non devono poter essere connesse a prese di altri sistemi IP minimo
44 Dotate di interruttore di bordo Protette contro gli urti accidentali Cavo di alimentazione
tipo H=/RN-F con sezione minima di 1 mmq

Ogni quadro di cantiere deve avere un dispositivo di interruzione e
sezionamento generale facilmente accessibile a tal fine si puo’
anche utilizzare l’interruttore generale del quadro (non chiudibile a
chiave) ma in questo caso l’interruttore generale andra’ individuato
con apposita targa
In altre parole, il comando di emergenza ha lo scopo di interrompere rapidamente
l’alimentazione a tutto l’impianto elettrico, esso deve essere pertanto noto a tutte le
maestranze e facilmente raggiungibile ed individuabile. Se il comando diemergenza viene
predisposto sul quadro di cantiere, questo può essere costituito dall’interruttore generale del
quadro stesso, purché le porte non siano chiuse a chiave e, quindi, facilmente raggiungibile.
Nel caso in cui il quadro venga chiuso a chiave, il comando di emergenza potrà essere
realizzato attraverso un pulsante a fungo posizionato all’esterno del quadro, che agisce
direttamente sull’interruttore generale. Il comando di emergenza locale ha la funzione di
arrestare movimenti pericolosi di macchine, quali gru, paranchi, impianti di betonaggio,
seghe circolari, betoniere, ecc. Queste macchine devono essere dotate di dispositivo di
arresto d’emergenza facente parte dell’equipaggiamento elettrico a bordo macchina come
prescritto dalla normativa macchine EN 60204-1. Il comando di emergenza in cantiere,
indicato dalla norma di cui sopra, diventa una duplice garanzia in caso di pericolo

I principali riferimenti legislativi e
normativi relativi al rischio elettrico nei
cantieri
Di seguito si riportano i principali riferimenti legislativi e normativi riguardanti il rischio
elettrico nei cantieri sono:
Decreto Legislativo 9 Aprile 2008 n. 81 e s.m.i.
Il D.lgs. 81/08 ha abrogato i precedenti DPR 547/55 e D.lgs. 626/94 riunendo in un
unico testo i principi generali di salute e sicurezza sul lavoro. Gli aspetti relativi alla
sicurezza elettrica sono trattati essenzialmente dal Capo III del Titolo III, negli articoli
che vanno dall’art.80 all’art.86.
Titolo III – Capo III- impianti e apparecchiature elettriche
Articolo 80 – Obblighi del datore di lavoro
Articolo 81 – Requisiti di sicurezza
Articolo 82 – Lavori sotto tensione
Articolo 83 – Lavori in prossimità di parti attive
Articolo 84 – Protezioni dai fulmini
Articolo 85 – Protezione di edifici, impianti strutture ed attrezzature
Articolo 86 – Verifiche e controlli
Articolo 80 – Obblighi del datore di lavoro
Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano
salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali,
delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in
particolare, da quelli derivanti da:
● contatti elettrici diretti;
● contatti elettrici indiretti;
● innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature
pericolose, archi elettrici e radiazioni;
● innesco di esplosioni;
● fulminazione diretta ed indiretta;
● sovratensioni;
● altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.
Anche per i rischi di natura elettrica, al comma 2 dell’art. 80, è prevista una
valutazione dei rischi, il datore di lavoro esegue la valutazione dei rischi di cui al
precedente comma 1, tenendo in considerazione:
● le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali
interferenze;
● i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
● tutte le condizioni di esercizio prevedibili.

Articolo 81 – Requisiti di sicurezza

  1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli
    impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a
    regola d’arte.
  2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento
    delle Direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le
    apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si
    considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti
    norme tecniche.
    Articolo 86 – Verifiche e controlli
  3. Ferme restando le disposizioni del decreto del Presidente della Repubblica 22
    ottobre 2001, n. 462, in materia di verifiche periodiche, il datore di lavoro provvede
    affinché gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai fulmini siano
    periodicamente sottoposti a controllo secondo le indicazioni delle norme di buona
    tecnica e la normativa vigente per verificarne lo stato di conservazione e di efficienza
    ai fini della sicurezza.
    Non dimentichiamo che in caso di incidente elettrico il primo chiamato a rispondere è
    l’installatore che ha realizzato l’impianto e che ha rilasciato la dichiarazione di conformità
    come esige la Legge 37/08.
    Il progetto potrebbe essere invece essere richiesto dal datore di lavoro e dal responsabile
    della sicurezza nei cantieri assoggettati al D.lgs. 81/2008 riguardante la sicurezza e l’igiene
    del lavoro. L’installatore risponde in prima persona ma la responsabilità pesa gravemente
    anche sulle spalle del datore di lavoro, del capocantiere, del responsabile della sicurezza e
    degli stessi lavoratori, come specificato nel D.Lgs 81/2008 e dalle altre leggi di attuazione
    delle Direttive Comunitarie, per quanto concerne la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.
    Fondamentale è la sorveglianza del CSE e l’intervento di un installatore per adeguare
    l’impianto alle aumentate esigenze.
    Firma
    ALFONSO TOSCANO
    RSPP
    TECNICO SICUREZZA
    CSE / CSP
    FORMATORE ESPERTO IN SICUREZZA SUL LAVORO
    AUDITOR ISO 45001 – 9001