Nel corso del Summit EU-OSHA 2022 di Bilbao abbiamo intervistato Cristina Di Tecco, psicologa del lavoro, ricercatrice si occupa di rischi psicosociali all’interno del Laboratorio Rischi Psicosociali e Tutela dei Lavoratori Vulnerabili del Dipartimento di Medicina, Epidemiologie e Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’INAIL. La sua attività di ricerca è focalizzata sugli aspetti di rischio che possono portare all’emergenza di stress a lavoro e all’interno del laboratorio si occupano della metodologia INAIL per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato.
Dott.ssa Di Tecco ci può parlare delle sue ricerche e dell’aspetto multicausale dei disturbi muscoloscheletrici.
Negli anni l’attività di ricerca dell’INAIL ha spaziato su tutti quegli aspetti e impatti dei rischi psicosociali collegati alla salute dei lavoratori, tra cui rientrano anche i disturbi muscoloscheletrici che – come visto nel Summit EU-OSHA – sono in diretta correlazione anche con i rischi psicosociali.
I dati presentati sono relativi all’indagine nazionale sulla percezione di salute e sicurezza sul lavoro che si chiama INSuLa – condotta da INAIL nel 2014 e nel 2019– le analisi secondarie su questi dati hanno permesso di verificare quali sono i rischi ai quali i lavoratori si sentono maggiormente esposti.
In entrambi gli anni analizzati, 2014 e 2019, il rischio stress lavoro-correlato, il rischio biomeccanico ed ergonomico e il rischio da lavoro al videoterminale – questi ultimi due direttamente collegati ai disturbi muscoloscheletrici – sono risultati quelli a cui i lavoratori si sentono maggiormente esposti. Questi rischi si intersecano con impatti diretti sulla salute.
I dati presentati in questi giorni a Bilbao per lo studio sviluppato per l’EU-OSHA ci dicono, tra le altre cose, che incrociando i dati dei disturbi muscoloscheletrici e i livelli di esposizione allo stress lavoro-correlato troviamo che i lavoratori che hanno riportato di aver sofferto di disturbi muscoloscheletrici nei sei mesi precedenti all’indagine sono il 60% di quelli che si sentono molto esposti allo stress lavoro-correlato. Questo dimostra l’esistenza di una correlazione tra tali disturbi e l’esposizione a stress lavoro correlato.
I disturbi muscoloscheletrici vanno analizzati nella loro natura multicausale. È stato verificato che sono determinati da diversi fattori, di cui alcuni legati a caratteristiche socio-demografiche, all’età o ad attività ad alto sforzo fisico, nonché ai rischi psicosociali.
Questo è particolarmente determinante nel mondo del lavoro che cambia perché l’accrescimento della digitalizzazione porta ad una crescita dei fattori psicosociali ed ergonomici. Pertanto nell’analisi delle determinanti dei disturbi muscoloscheletrici, bisogna guardare oltre il rischio biomeccanico e quello ergonomico, ma anche includere i rischi psicosociali per cercare di creare condizioni di lavoro favorevoli per diminuire l’impatto sui lavoratori.
La pandemia da Covid-19 quale effetto ha avuto sui rischi psicosociali?
Nel corso della pandemia sono cresciuti i fattori che incrementano i rischi psicosociali e disturbi muscoloscheletrici perché i lavoratori si sono trovati in una situazione di autonomia nella organizzazione del lavoro. Questa autonomia se da un lato ha degli impatti positivi può avere anche degli aspetti negativi, perché significa autoregolarsi. Abbiamo visto principalmente nel periodo di lockdown – in cui tutti eravamo in casa a lavorare – che le persone hanno avuto maggiori difficoltà a staccare dal lavoro, con un accrescimento dell’intensità di lavoro, degli orari di lavoro e dell’interconnessione, aumentata dalle tecnologie che, se da un lato hanno garantito la continuità delle attività lavorative anche a distanza, dall’altro hanno portato all’aumento della pervasività del lavoro nella vita privata. Tutti questi aspetti hanno causato un peggioramento di molti aspetti legati ai rischi psicosociali, tra cui l’aumento del carico di lavoro, l’abbassamento del controllo sul risultato del lavoro per la dislocazione, le difficoltà nel collaborare a distanza. Un aspetto molto emergente è un decremento della comunicazione informale tra i lavoratori, con giornate organizzate su call continue ma con la mancanza di momenti “di corridoio” in cui condividere informazioni informali fondamentali per il lavoro con i colleghi e/o i superiori. Non viviamo più come prima gli ambienti di lavoro, con un lavoro sempre più isolato ; e questi aspetti hanno avuto un impatto forte sulla salute dei lavoratori. Analizzando i dati europei sulle indagini condotte nella pandemia da Eurofound, possiamo verificare che la salute mentale ha avuto un peggioramento molto forte anche sul lavoro.
Come vede il ruolo dell’EU-OSHA nell’ambito delle campagne di sicurezza?
Le campagne dell’EU-OSHA hanno un ruolo di primo piano nell’accrescimento del livello di consapevolezza sia dei datori di lavoro che dei lavoratori su temi veramente emergenti e fondamentali nei luoghi di lavoro. La campagna sui disturbi muscoloscheletrici è stata molto attuale nel momento in cui la pandemia ha portato un accrescimento del livello di attenzione su questo tipo di disturbi della salute. Inoltre, il pregio della campagna è la capacità di avere una visione ampia interdisciplinare come gli studi che abbiamo fatto connettendo di disturbi muscoloscheletrici a quelli psicosociali.
La prossima campagna 2023-2025 affronterà il tema della salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale approfondendo aspetti collegati alle nuove forme di lavoro e alla digitalizzazione, e permetterà così di approfondire i nuovi ed emergenti rischi psicosociali, oltre a mettere in luce il peggioramento di quelli più tradizionali.
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Safety Focus – Anno IX – Numero 8 – 15 Novembre 2022 (Speciale Summit EU-OSHA)