Il rischio nel comparto pirotecnico

di Federica PALMIERI

Il 24 luglio 2015 a Modugno una violenta esplosione ha distrutto lo stabilimento della ditta Bruscella Fireworks, specializzata nella produzione di fuochi d’artificio provocando la morte di dieci lavoratori e riportando agli onori della cronaca un settore produttivo di nicchia, ma esposto ad un elevato rischio infortunistico: il comparto pirotecnico.

Come confermato dai dati della Consulenza statistico attuariale dell’INAIL, le aziende impiegate nel settore della pirotecnia in Italia sono meno di 300 e occupano circa 500 addetti. Nel corso dell’ultimo quinquennio (2010-2014) nel comparto si sono verificati 72 infortuni sul lavoro (mediamente circa 15 l’anno, ma con una sensibile variabilità e un picco nel 2011, con 22 denunce), di cui ben 12 con esiti mortali (concentrati nel 2011, con nove vittime, e nel 2014, con tre vittime).

L’elevata potenzialità di rischio infortunistico è dettata dalla manipolazione di materiale esplosivo, dalle dimensioni aziendali estremamente contenute (meno di due addetti per azienda in media) e dal carattere prevalentemente artigianale e manuale delle lavorazioni svolte.

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Entrando nel dettaglio dei dati forniti dalla CSA INAIL in riferimento al quinquennio 2010-2014, per quanto riguarda gli infortuni in generale “ferite” e “contusioni” sono le nature della lesione più ricorrenti (60%), soprattutto agli arti inferiori e alla testa. Tra le cause più frequenti si registrano la “perdita di controllo di macchinari/utensili” (più di un terzo dei casi), lo “scivolamento, inciampamento con caduta” (un quarto dei casi) e ovviamente “esplosione, incendio” (un quinto dei casi).

 

Safety Focus – Anno II – Numero 14 – 2 Settembre 2015