di Federica PALMIERI
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro hanno siglato un protocollo di intesa per assicurare una vigilanza “interforze” nel settore agricolo.
È stato, infatti, siglato a Roma il protocollo d’intesa per la vigilanza in agricoltura e la lotta al caporalato a seguito del precedente siglato il 27 maggio fra ministeri, sindacati e Regioni.
Ma cosa vuol dire CAPORALATO?
Il Caporalato è una pratica, molto diffusa nel nostro Paese in settori come l’agricoltura, che si basa sullo sfruttamento criminale della manodopera a basso costo. Solitamente il reclutamento delle persone avviene da parte di un soggetto, detto appunto “caporale” che, nelle prime ore della giornata, recluta manodopera giornaliera in punti strategici nascosti, per portarla a lavorare in nero nei campi senza che le siano riconosciute le adeguate protezioni sia in termini di sicurezza che dal punto di vista igienico sanitario, di riposo e di compenso.
Ovviamente il prezzo che l’azienda paga al caporale è molto diverso da quello che poi arriva effettivamente al bracciante sfruttato, che di solito è un extracomunitario, donna o giovane disoccupato con moglie e figli a carico.
L’ obiettivo del protocollo è coinvolgere i militari dell’arma dei Carabinieri e del personale del Corpo Forestale dello Stato, per contrastare più efficacemente le violazioni della disciplina in materia di lavoro e legislazione sociale, oltre a svolgere azioni di vigilanza con collaborazione di tutti i soggetti competenti, nel settore agricolo. Il protocollo prevede, fra l’altro, una programmazione di interventi congiunti finalizzati a contrastare il fenomeno del cosiddetto “caporalato” e lo scambio di reciproche informazioni utili alla adozione di iniziative di presidio del territorio, con particolare riferimento a quelli a maggior rischio di infiltrazioni criminali.
L’attività di vigilanza si concentrerà preliminarmente sulle province che, dai dati in possesso del Governo, risultano essere particolarmente a rischio, fra cui Latina, Grosseto, Foggia, Taranto, Bari e Salerno, ma potrà essere in seguito essere estese a tutto il territorio nazionale.
Viene istituito, inoltre, un tavolo tecnico sull’agricoltura, competente all’attuazione, alla verifica e alla risoluzione delle eventuali criticità relative alla attuazione del protocollo, nonché a fornire indicazioni sulla pianificazione degli interventi ispettivi a livello interregionale e territoriale.
Safety Focus – Anno III – Numero 10 – 30 Luglio 2016