8 agosto 1956, 275 minatori persero la vita nell’incendio del pozzo del Bois du Cazier di Marcinelle in Belgio, 136 italiani e 139 di altre nazionalità, tutti migranti per lavoro.
8 agosto 2019, una donna ventottenne, madre di due figli, migrante per lavoro di origini nigeriane, ha perso la vita nell’incendio del ghetto “La Felandina” a Metaponto (Matera).
A distanza di 63 la storia si ripete e a pagarne le conseguenze sono sempre dei lavoratori.
Il ghetto, in realtà allestito come un villaggio in stile africano, era noto a tutti soprattutto per le condizioni in cui vivevano i migranti impegnati nel periodo estivo nelle campagne del metapontino.
L’esplosione di una bombola di gas potrebbe essere – secondo gli investigatori – la causa del vasto incendio che si è propagato sui tre capannoni dell’ex complesso industriale abbandonato.
Ci sono volute diverse ore e l’intervento di più squadre dei Vigli del Fuoco per spegnere l’incendio, in uno dei tre capannoni è stato ritrovato il corpo senza vita della giovane donna nigeriana.
Da circa tre mesi su quei capannoni vigeva l’ordinanza di sgombero dei circa 500 occupanti, ma i tempi della burocrazia non hanno potuto impedire la morte della giovane mamma e lavoratrice.
Resta una tristezza incredibile per la scomparsa di una giovane mamma-lavoratrice, in un posto in cui la cultura dovrebbe essere al primo posto, ma in cui i migranti sono trattati come schiavi nel periodo della raccolta.
Safety Focus – Anno VI – Numero 7 – 26 agosto 2019